Quando parliamo di “Pasqua“, cosa vi viene in mente?
Uova di cioccolato, gite fuori porta, pranzi in famiglia… oppure coniglietti, primavera e vacanze (benedette siano!)? Simboli diversi, per culture apparentemente simili ma con una grande storia alle spalle, affascinante e multiculturale più di quanto si possa immaginare.
Ancora pochi giorni alla Pasqua qui in Italia, quale miglior occasione per fare un un viaggio tra civiltà, riti e leggende per scoprire com’è nata questa affascinante festività e perché, in fondo, riguarda tutte e tutti noi.
La Pasqua cristiana: morte e rinascita
Partiamo da quella che conosciamo meglio. Per i cristiani, la Pasqua è il momento più importante dell’anno: celebra la resurrezione di Gesù, avvenuta – secondo i Vangeli – tre giorni dopo la crocifissione. Ma non tutti sanno che questa celebrazione ha origini ebraiche.
Infatti, la parola “Pasqua” deriva dall’ebraico Pesach, che significa “passaggio”. Nell’Antico Testamento, Pesach ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto, con Mosè che guida il suo popolo verso la Terra Promessa. Un passaggio, appunto, dalla schiavitù alla libertà, dal dolore alla speranza.
I primi cristiani, molti dei quali erano ebrei, iniziarono a collegare la resurrezione di Gesù proprio a Pesach, vedendola come un nuovo tipo di liberazione, stavolta spirituale. Così, il concetto di rinascita diventa il cuore della Pasqua cristiana.
Oltre il Cristianesimo: primavera, fertilità e divinità lunari
Ma se andiamo ancora più indietro nel tempo, scopriamo che la primavera è da sempre una stagione carica di significato. In tantissime culture antiche, i mesi primaverili erano legati ai cicli della natura, alla fertilità della terra e al ritorno della vita dopo il letargo invernale. Ed è qui che la Pasqua si collega ad antichi culti pagani.

Ad esempio, nell’Europa settentrionale, si celebrava Eostre (da cui deriva la parola inglese “Easter”), una dea della fertilità, della luce e dell’alba. Il suo animale sacro? Un coniglio, simbolo universale di prolificità. E le uova? Anche quelle, simbolo perfetto di nascita e rinnovamento. Insomma, molto prima che il coniglietto pasquale arrivasse nelle pubblicità dei supermercati, era già una figura spirituale.
Il calendario lunare e il mistero della data mobile
Avrete sicuramente notato che la Pasqua cambia data ogni anno, no? Questo perché non segue il calendario solare (quello classico), ma quello lunare. La regola è: si festeggia la prima domenica dopo la prima luna piena di primavera. Un mix di astronomia e tradizione che rende ogni Pasqua un evento “unico”, anche se con un tocco di disorientamento per chi cerca di pianificare vacanze.
Un legame, questo con la luna per niente “casuale”. Le culture antiche osservavano i cicli lunari per piantare, raccogliere e… festeggiare! Il ritorno della luna piena dopo l’equinozio di primavera era un segnale cosmico: la natura si risveglia, è tempo di celebrare.
Pasqua nel mondo: un mosaico di riti e sapori
Se allarghiamo lo sguardo, scopriamo che la Pasqua si festeggia in tantissimi modi diversi. In Etiopia, ad esempio, si chiama Fasika e arriva dopo 55 giorni di digiuno vegano. In Grecia, si accendono grandi falò e si dipingono uova di rosso, simbolo del sangue di Cristo. In Svezia, i bambini si travestono da “streghette di Pasqua” e vanno di casa in casa a raccogliere dolcetti, come fosse Halloween. E in America Latina, molte processioni uniscono i simboli cristiani con quelli delle culture indigene, in una sinfonia di colori, danze e spiritualità.
Oggi e domani: cosa ci insegna la Pasqua?
Che tu sia un credente o semplicemente amante della colomba (il dolce), la Pasqua parla a tutte e tutti. È un inno alla possibilità del cambiamento, alla speranza dopo un periodo buio, alla forza ciclica della vita. Un messaggio di resilienza che ci riguarda, oggi più che mai.
Nel nostro mondo frenetico, dove a volte sembra tutto troppo veloce, la Pasqua ci ricorda che ogni cosa ha il suo tempo. Che anche dopo l’inverno più lungo, la primavera arriva. E che la rinascita – personale, collettiva, planetaria – è sempre possibile.
E allora, magari quest’anno, oltre al brunch e alle uova di cioccolato, possiamo prenderci un momento per guardare il cielo, respirare profondamente e pensare a cosa vogliamo far rinascere dentro di noi.